Breve lettera ad un Sufi


Breve lettera ad un Sufi
L’arte di amare è sicuramente l’arte in assoluto più difficile da destreggiare. Più aumenta la nostra capacità di amare più diventiamo potenzialmente capaci di trasformare questa forza immane nel suo opposto: la capacità di odiare. L’amore si tramuta in forza, la forza in potenza e questa potenza va a sua volta trasformata in amore… in un processo attento a non interrompersi. Ma ora io qui mi domando: esistono forse due tipi di mistici? Coloro che amano a prescindere, e coloro che comunque amano e ameranno sempre il femminino? O ancora l’arte di amare nasconde un segreto? O forse il vero ed unico segreto è il fatto che la vera ed unica anomalia in questo Universo siamo noi uomini, il mascolino: perché, così come l’antropologo Carlos Castaneda faceva dire al suo “stregone”, l’Universo è femmina (Shakti). Siamo tutti servitori del(le) Signore.




<<L’embrione nelle prime fasi della vita ha a disposizione due sistemi di dotti separati da cui formare il tratto riproduttivo, un sistema con un dotto maschile e un sistema con un dotto femminile. Se si sviluppa un testicolo, esso secerne un fattore inibente che provoca la scomparsa o la regressione del dotto femminile. Questo fattore è una piccola proteina. Nelle femmine, poiché il testicolo è assente, il dotto femminile non scompare, ma si sviluppa per formare l’utero e la vagina. La regola generale si esprime ancora una volta : non c’è bisogno di un fattore specifico di regolazione perché si manifestino i codici genetici presenti nel sistema riproduttivo femminile.>>
Da Peter W.Nathanielsz, in “Un tempo per nascere: nuove conoscenze sulla vita prenatale”

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