Le forze del male con le forze del bene


Questo scritto, che risale ad un anno fa, voleva essere una bozza di un lavoro più ampio e articolato, l’avrei dovuto spedire ad Aldo ma rinunciai; è interessante perché è uno spaccato di un tipo di società che stà morendo, per dare spazio a qualcosa di nuovo che noi tutti stiamo insieme cercando di definire; è lungo ma credo che lei possa essere la persona che di più sia in grado di apprezzarne il contenuto. L’inizio è un po’ lento.


AN 24gen2004

Le forze del male con le forze del bene



“ ...dunque chi sei?”
“sono una parte di quella forza che eternamente vuole il male ed eternamente opera il bene”

Goethe, “Faust”          


Caro Aldo, sono ormai passati almeno due mesi da quando ci siamo visti l'ultima volta e per me in questo lasso di tempo sono cambiate molte cose, e tutte in senso positivo: è nettamente migliorata la salute, e di conseguenza la mia perseveranza si è rafforzata; ho letto dei libri molto interessanti che mi stanno permettendo di arrivare alle mie prime conclusioni e soprattutto sto riscontrando di continuo ciò che "studio" nella contemporaneità della realtà.... Due cose, insieme a te, mi ripropongo di affrontare con questa lettera: da una parte vorrei riuscire a mettere in evidenza questo gioco tra le forze del male e le forze del bene all'interno della società globale, e dall'altra parte vorrei riuscire a creare un collegamento stretto e di tipo interattivo tra il nostro mondo soggettivo, "unico", e il mondo dell'attualità contemporanea: tramite un gioco di analogie, contrasti, paradossi, metafore, sentimenti ed emozioni, "coincidenze significative".

Naturalmente in questo gioco, le forze del male senza saperlo, sono le più strette alleate delle forze del bene: in quanto da una parte costituiscono le forze, gli ostacoli, per superare i quali il bene deve elevare se stesso, purificarsi, progredire, evolvere; e dall'altra parte sono le stesse forze del male a creare le linee guida lungo le quali il sistema è "costretto" a guardare, per "guarire" se stesso, per aiutare se stesso, per aiutare se stesso (in toto) ad elevarsi. Mi sembrava doveroso rimarcare questa ipotesi di partenza di “assenza completa” del conflitto, sostituita da un risolvere il problema (che parte dal presupposto dell'accettazione dell'altro, della compassione, ma anche e soprattutto l'accettazione del dolore...), che abbiamo già affrontato nelle cassette. Questo, è comunque, un gioco in mano alle forze del bene, quelle forze del bene che sempre però devono essere pienamente consapevoli. E ribadisco con forza che comunque il gioco per poter essere tale, cioè un gioco dove il male lavora inconsapevolmente per il bene e al suo servizio, coloro che rappresentano le forze del bene dovranno essere pienamente consapevoli dell’ universo nel quale operano; naturalmente più ampio sarà questo universo e totale la sua consapevolezza, più forte sarà il potere della forza che questo individuo rappresenta; ma questo è un discorso molto delicato che verrà affrontato in seguito [vedi la teoria secondo la quale la storia come noi la conosciamo oggi è la storia delle forze del male cioè di coloro che si sono mossi reagendo alle paure. E la storia di quelli che stavano bene, che erano sani, illuminati?].





Una domanda che mi perseguita da un po' di tempo è: perché questa volta sta davvero finendo il petrolio, tanto è che si è fatta una guerra e molte altre guerre economiche si stanno già facendo, e nessuno ne parla in televisione o nei telegiornali, o alla radio, o sui giornali? Si è fatta una guerra, giustificandola con delle bugie, solo ed esclusivamente per il petrolio.
Nella religione indiana esiste Trimurti che è la figura divina che riunisce in sé le tre deità induiste principali: Brahma, il creatore, Vishnu, il conservatore, Shiva, il distruttore. Il figlio di Shiva è Ganesha che viene raffigurato come un bambino panciuto dalla testa di elefante, tre occhi è una sola zanna. Ganesha è il Dio della saggezza ed è il patrono delle lettere e delle scienze.
Shiva il distruttore genera Ganesha il Dio della conoscenza, della saggezza: ed è ciò che accade ogni giorno sotto i nostri occhi, è l'esempio di questa ultima grande guerra, di questa ultima grande mossa del Dio della distruzione Shiva e della sua sposa Kali, che ha prodotto nel mondo la consapevolezza della realtà. Grazie a questa grande guerra agli occhi di molte persone si sono svelate molteplici verità. A me per esempio è piaciuto vedere in tutte le città in cui andavo, migliaia di bandiere della pace appese fuori dalla finestra o sui terrazzi, e sapere che milioni e milioni di persone sono scese in piazza per la pace nello stesso giorno in tutto il mondo! Ma molti altri hanno per esempio avuto l'occasione di rinforzare le proprie paure constatando e affermando il potere del male. Altri ancora si sono accorti, per esempio, che le forze del male si sono trovate in difficoltà, in un vicolo cieco, hanno dovuto attaccare! C'è chi ha capito che il petrolio sta finendo. Chi solo ora ha scoperto di odiare gli arabi. Chi si sente più solidale con gli altri. Ma tutti hanno imparato qualcosa, tutti oggi sono un po' più consapevoli di ieri: Shiva ha generato Ganesha. Sarebbe interessante confrontare ciò con quello che è accaduto a Genova con il G8.



La religione come la cultura indù sono per me una grande fonte di ispirazione: è molto interessante notare come gli indiani si dividano tra coloro che adorano il Dio Shiva, e coloro che adorano Vishnu. Come se a livello terreno, umano, sia più forte l'attrazione verso gli aspetti distruttivi piuttosto che creativi, o conservativi piuttosto che creativi: il Brahma non interviene nelle vicende umane e non ci si può attendere da lui alcun dono, per queste ragioni gli vengono rivolte poche vocazioni e consacrati rari templi. Anche Ganesha, sposo delle sue due mogli Siddhi (la riuscita) e Buddhi (l'intelligenza cosmica), è molto amato dagli indiani: ed è forse in lui che si esprime meglio l'anima creativa del popolo indiano, della saggezza e la conoscenza generata dalla distruzione, dal dolore, dal sacrificio, dalla redenzione; infatti Shiva distruggendo l'universo si rivela contemporaneamente distruttore dell'ignoranza, della non conoscenza che consente la rigenerazione della materia cosmica. Ed è proprio l'animale più caro agli indiani, il compagno dei loro lunghi viaggi, Ganesha l'elefante, ad essere baciato dall'intelligenza cosmica e dalla riuscita, le due sue mogli. Anzitutto è interessante notare come questa divinità abbia le caratteristiche fisiche sia di un uomo che di un animale, ciò mette in risalto una delle caratteristiche fondamentali della religione indù che si vede completamente immersa nel mondo animale: in questa religione gli elementi del mondo animale concorrono con quelli umani a formare la figura divina.
Torniamo all'apparente conflitto tra le forze del bene e le forze del male nel mondo contemporaneo. Ciò che appare più evidente ad un'analisi che manca di approfondimento, ciò che appare più evidente dalle notizie dei telegiornali televisivi, dalle prime pagine dei giornali, è una apparente sopraffazione delle forze del male su quelle del bene. Ma ad un'analisi più attenta, come vedremo, risulterà che entrambe le forze non stanno che lottando per sganciarsi dall'elemento conservativo del sistema. Si tratta di una lotta per l'evoluzione messa in atto da entrambe le forze. Le forze del male stanno solamente distruggendo un sistema ormai obsoleto mentre le forze del bene stanno concorrendo a formarne uno completamente nuovo. In questo momento della storia è come se le due forze si siano alleate per distruggere/trasformare il sistema.




Con un'analisi più approfondita delle forze del male, riusciamo a mettere in evidenza due grandi fenomeni, più marcati in questo periodo storico: il fenomeno nel quale il più forte è al di sopra della legge, e il fenomeno di una economia gonfiata e quindi di un vero e proprio saccheggio nei confronti del (vecchio) sistema.
In Italia abbiamo il fenomeno Berlusconi al di sopra della legge, il cui prodotto più significativo è stato la depenalizzazione del falso in bilancio, costantemente marcato e rimarcato dai mass-media; a livello europeo abbiamo le due maggiori potenze da sempre alleate, Francia e Germania, che non hanno ottemperato alle regole di bilancio, alle quali come tutti gli altri paesi erano sottoposte, e ora non vogliono pagarne le conseguenze. A livello mondiale abbiamo la prima potenza al mondo che, passando sopra tutti i trattati internazionali, fa una guerra "preventiva".
Ma sono veramente queste le forze del male? risponderemo a questa domanda tra poco.
Quindi abbiamo un fenomeno che si può leggere anche in questi termini: chi può non rispetta più le leggi; ma invece di attaccare il più forte, non sorge ad alcuno il dubbio che queste leggi non siano più attuabili? Risponderemo presto anche a questa domanda.
Il secondo fenomeno è quello dell'economia gonfiata o "economia del saccheggio": a livello globale abbiamo il tre fenomeni di recente attualità, lo scandalo Usa della Enron, il fenomeno degli anni 90 della "bolla tecnologica" e il fenomeno del tutto particolare della Shell e delle riserve di petrolio. A livello nazionale abbiamo tre particolari esempi: il fenomeno del calcio e della sua crisi finanziaria, il fenomeno Parmalat, e ciò che è successo a Genova durante il G8.




Ora, prima di fare un'analisi un po'più dettagliata di questo secondo fenomeno, bisogna accendere un faro su un aspetto di questo sistema, nascosto all'interno della coscienza di ognuno di noi: questo sistema si regge interamente, dall'agricoltura all'industria dell'auto, dall'informatica all'abbigliamento, dai trasporti alle telecomunicazioni, questo sistema si regge interamente su una materia prima, sul petrolio: e il petrolio sta finendo!
Di fronte a questa affermazione ci si sente spesso rispondere: "ma anche trent'anni fa si è detto che il petrolio stava finendo, e ora siamo nel 2003 ma sembra che nulla di grave sia successo". Ma se andiamo a ad analizzare un po' più da vicino il fenomeno vediamo che le conclusioni non sono affatto così immediate, ma soprattutto non sono positive.
Si può dire che tutto è iniziato intorno all'inizio degli anni 70 con l'acuirsi del conflitto arabo israeliano e più precisamente con l'islamizzazione fondamentalista dei paesi arabi: nell'autunno del 1973 l'Egitto la Siria attaccarono Israele scatenando la quarta guerra arabo-israeliana. Dieci giorni dopo, i delegati dell'Opec, riuniti a Kuwait City, concordarono di aumentare il prezzo del petrolio del 70%, portandolo a $ 5,11 al barile. Con l'inizio della guerra tra Iran e Iraq nel 1980 i prezzi continuarono a salire. Per valutare l'enormità del mutamento, si deve rammentare che nel 1970 il petrolio greggio era venduto sui mercati mondiali e circa tre dollari al barile. 10 anni dopo, il prezzo era salito a $ 34.
Tre giorni dopo la riunione dei paesi Opec a Kuwait city, il presidente degli Stati Uniti, Richard Nixon, propose pubblicamente un pacchetto di aiuti militari a Israele pari a $ 2,2 miliardi, facendo infuriare i leaders arabi. Quello stesso giorno, la Libia dichiarò l'embargo su tutte le esportazioni di petrolio verso di Stati Uniti. L'Arabia Saudita e gli altri paesi della regione la imitarono rapidamente. Con un'offerta già scarsa sui mercati mondiali, il taglio di quasi il 9% della produzione gettò nel panico consumatori e compagnie petrolifere. Il mondo cominciava a capire quanto dipendesse dal medio oriente per il proprio fabbisogno di greggio. Il prezzo del petrolio sui mercati mondiali ebbe un'impennata: negli Stati Uniti il prezzo della benzina aumento del 40% e, ciò nonostante, per la prima volta si formarono ai distributori di carburante lunghe code di automobilisti in apprensione: non sapevano se la settimana successiva la benzina sarebbe stata ancora disponibile. In Dicembre i ministri arabi del petrolio si incontrarono nuovamente, decidendo di portare il prezzo ufficiale del greggio a $ 11,65 il barile: il quadruplo rispetto al due mesi prima, all'inizio della guerra. L'embargo mise seriamente a repentaglio le alleanze occidentali. Le nazioni europee, in particolare, erano ansiose di non irritare ulteriormente gli sceicchi arabi, anche perché erano molto più dipendenti dal petrolio mediorientale di quanto lo fosse l'America. Ci fu il panico, in brevissimo tempo si riformarono alleanze, furono riviste le strategie industriali dell'intero pianeta (vedi Fahrenheit 9/11), in sostanza ci fu confusione: si gridò alla fine del petrolio anche in nome di speculazioni portate avanti da interessi forti quali quello del nucleare o del carbone, ma non era esattamente quella la verità, non è vero che il petrolio stava finendo. Ma chi doveva imparare la lezione l'ha imparata, le imprese petrolifere occidentali si riorganizzarono (vedi ’68), nei confronti dei paesi mediorientali si adottarono altre strategie, ma soprattutto si cercarono in giro per il mondo nuovi giacimenti, non sempre con successo. Oggi infatti si ritiene che non vi sia più una gran possibilità di trovare nuovi giacimenti economicamente sfruttabili. E dopo la forte espansione economica degli anni '80 e '90 nel mondo, e soprattutto dei paesi quali la Cina e l'India, favorita anche dall'abbassamento dei prezzi del petrolio che ha oscillato intorno ai $ 20 al barile, oggi si comincia veramente a parlare del raggiungimento del picco della produzione mondiale di petrolio. Dagli anni 70 in poi i sistemi per calcolare le riserve petrolifere dei vari giacimenti si sono andati perfezionando. Ma anche i vari rilevamenti sono inficiati dai forti interessi economici delle aziende petrolifere e dall'influenza che queste esercitano sull'intero sistema mondiale. La previsione di maggiori riserve di petrolio da poter sfruttare nel futuro significa in primo luogo una grande capacità di attirare prestiti dalle grandi banche ma, una volta raggiunto il picco si dovrà fare i conti con il reale grado, il valore, dell'indebitamento. Quando l'intera produzione mondiale avrà raggiunto il suo picco, vi sarà un brusco, incontrollato, e gigantesco aumento dei prezzi del greggio con conseguenze devastanti per tutta l'economia mondiale! E le migliori previsioni, prevedono che questo avvenga intorno al 2015, le peggiori intorno al 2010. Ma mano a mano che ci si avvicinerà a questa data il potere sulla leva del petrolio scivolerà sempre più velocemente nelle mani dei paesi arabi i quali detengono di gran lunga la maggiore quantità di riserve di greggio. Negli Stati Uniti, che all'inizio dello scorso secolo erano i maggiori produttori mondiali di petrolio, più del 60% del petrolio estraibile è già stato sfruttato. Il tasso di riserve/produzione (R/P), che determina la durata delle riserve agli attuali livelli di produzione, in questo paese è 10/1, come in Norvegia, mentre in Canada scende a 8/1; in Arabia Saudita, invece, il R/P è 55/1, in Kuwait 16/1, in Iran 53/1, in Iraq 526/1 e negli Emirati Arabi Uniti 75/1. Da questi dati, e non solo, si evince la scelta strategica attuata dagli Stati Uniti nei confronti del problema energetico: la guerra per il petrolio.
Ma la guerra che a noi interessa è la guerra per la rilevazione delle riserve di greggio! È qui che si rivela il mistero sul futuro del pianeta, è da una loro corretta valutazione che dipende l'esito dell'economia mondiale e quindi la sopravvivenza di questa civiltà.



È da questi numeri che dipende la nostra possibilità di poter trasformare nel prossimo futuro il sistema nel quale viviamo o assistere alla catastrofe. Secondo gli esperti non vi sono più possibilità di scoprire nuovi giacimenti di una qualche rilevanza strategica; secondo gli esperti il prezzo del greggio continuerà a salire fino al 2010 e da lì in poi subirà un drastico aumento, questo nella migliore delle ipotesi. Da 2001 ad oggi il prezzo del greggio è passato da $ 20 al barile ai $ 33 al barile (oggi è arrivato a 50): un aumento del 65% in appena due anni, e in questi due anni ancora si calcola l'inflazione programmata sui 2,5 punti percentuale: ridicolo! È tutto un grande bluf, una grande truffa, dove la stragrande maggioranza degli attori è complice, compresi coloro che sembrano esserne le vittime. Le banche continuano a finanziare un economia gonfiata, noi, le presunte vittime facciamo solo finta di non capire. Non è difficile capire che nelle città non si respira più, e cercare di fare finta di niente equivale ad essere complici di questa truffa globale: la truffa a noi stessi. Gli americani sono soliti chiamare una cosa del genere "the big bubble" (la grande bolla), sin dai tempi del venerdì nero nel 1929.
Si cerca di fare nuovi investimenti sul presupposto che il prezzo del petrolio diminuirà, e questo è sempre accaduto, ma tutti sanno che questo non potrà mai avvenire: e non perchè non si confidi sulla capacità dell'esercito degli Stati Uniti di conquistare l'intero pianeta, ma per il semplice fatto che l'economia sta avanzando globalmente a ritmi vertiginosi, come un tumore fuori da ogni controllo, e il petrolio non basta più.

"La maggior parte delle persone che vedo conosce la verità e pure non sa riconoscerla."
Woody  Guthrie

Ciò che sta accadendo a livello economico, sia micro che macro, rispecchia in maniera esatta quella che è la condizione psicologica dell'uomo moderno occidentale od occidentalizzato: la sua insoddisfazione rispetto a ciò che sta vivendo, rispetto ai rapporti sociali, nei rapporti con la natura soprattutto; e all'inquinamento, sia dell'aria che dell'acqua, in crisi rispetto al cibo di cui si nutre, in crisi rispetto al suo rapporto con la malattia, sia fisica che mentale. E via dicendo, ma lo vedremo dopo. Comunque quello che qui ora voglio sottolineare è come l'uomo moderno oggi, in questo momento, non si riconosca più in questo sistema. Non perché si tratti di un sistema capitalistico, non perché si tratti di un sistema tecnologico, non perché non riesca a capire la scienza o l'economia, ma perché sta perdendo progressivamente il controllo di sé stesso: l'uomo contemporaneo sta perdendo il contatto con se stesso e quindi con la realtà che lo circonda, a tutti i livelli!
A tutti i livelli vuole anche significare che ciò accade sia al ricco che al povero, sia all'istruito che all'ignorante, più all'adulto e meno al bambino... , sia all'uomo che alla donna, sì al politico che al capitano d'industria o al piccolo imprenditore, più al senatore e meno all'amministratore locale... , e via dicendo. Si sta verificando, o meglio si sta per verificare un processo di evoluzione, quello che io amo definire un salto quantico. Il bene si sta rafforzando e il male sta eliminando tutto ciò che è obsoleto: la paura sta per incontrare la redenzione, il fuoco brucerà per creare nuova energia.
La legge non viene più riconosciuta come tale in quanto è la legge prodotta da quel sistema che si cerca in ogni modo di lasciare alle spalle: questo è un altro grande segnale!
Come nell'epoca della caduta dell'impero romano, abbiamo anche noi orde di barbari che saccheggiano il nostro vecchio sistema decadente, e così si scoprono gli scandali Parmalat e Cirio che assomigliano così tanto anche a ciò che accadde ai paesi come la Jugoslavia o la Romania dopo la caduta dell'impero sovietico. Un altro buco che ha inghiottito miliardi e miliardi è quello che riguarda lo sport più amato, il calcio. Quando una ad una le squadre di calcio cominceranno a fallire (legalmente, perché di fatto sono già fallite), saremo in clima di una crisi economica ancora più profonda, e allora cosa accadrà? cercheremo di rispondere anche a questa domanda. Ora però vorrei parlare di due fenomeni molto importanti ma, uno, completamente mal interpretato, e l'altro, passato "stranamente" in sordina ma di una importanza fondamentale. Si tratta del fenomeno del G8 a Genova, e della notizia letta in quinta pagina sul manifesto e da nessun'altra parte (questa notizia in realtà è comparsa in prima pagina a sette colonne sul Finantial Times di due giorni prima, ed il Manifesto ha letteralmente copiato solo uno dei cinque articoli che componevano la notizia, l'ha copiato alla lettera, e, gli altri giornali... nulla), questa notizia riguardava la seconda maggiore compagnia petrolifera, la Shell, che si vedeva "costretta" a ridurre del 20% la valutazione delle proprie riserve di petrolio.

Nonostante non sembri affatto, e nonostante il fatto che per moltissimi non sia così, si tratta di notizie estremamente positive!

Prima però dovrò parlare forzatamente di un altro evento: ti ricordi quando, Aldo, dalla metà degli anni '80 fino a quasi tutti gli anni '90 in televisione al telegiornale non si sentiva altro che parlare di "titoli tecnologici" è come praticamente tutto il sistema investisse in titoli con dei rendimenti molto alti (che in finanza significa alti rischi). Che cosa stava succedendo? stava succedendo che i tre nuovi grandi settori economici si erano affacciati sul mercato mondiale. Si trattava del settore delle telecomunicazioni, quello dell'informatica: che si stavano espandendo a macchia d'olio in tutto il territorio mondiale, entravano in tutte le case e in tutte le aziende... e del settore delle alte tecnologie mediche. In quel periodo io ero molto malato, ma oltre a essere impegnato con gli studi universitari, mi dilettavo in ricerche quali per esempio il commercio mondiale di stupefacenti oppure, nel periodo in cui ero impegnato a cercare un tema per la tesi, mi interessavo di nuove tecnologie e ho potuto seguire quindi più attivamente l'evoluzione dell'informatica nella società. Grazie a questo tipo di sensibilità e questo grado di conoscenza, per i motivi che adesso cercherò di spiegare, feci una previsione a mia madre: due anni e mezzo prima dell'introduzione della moneta unica in Europa, l'euro, dissi a mia madre, che in quel periodo era la mia unica interlocutrice: <<due mesi dopo l'introduzione dell'euro la crisi economica comincerà a farsi veramente pesante negli Stati Uniti e in tutta Europa ma specialmente in Italia>>. Quali erano le motivazioni che mi portavano a questa conclusione? Innanzitutto l'espansione della tecnologia informatica costringeva all'efficienza le organizzazioni: questo voleva stare a significare solamente: licenziamenti (reengineering); in secondo luogo dirottare ingenti risorse su due settori completamente nuovi quali l'informatica e le telecomunicazioni, significava drenare altre economie (e sarebbe interessante capire quali...), ma, soprattutto, la maggiore efficienza delle grandi imprese unita alla gran efficienza del sistema finanziario borsistico, consentite dall'evoluzione della tecnologia informatica, hanno aumentato il gap di conoscenze e informazioni tra loro e "l'economia reale". Di qui le grandi speculazioni finanziarie!
 E in particolare a me interessa qui parlare di due enormi tranch di investimenti: la massa di denaro che è affluita nelle “ricerche” per quanto riguarda il Progetto Genoma Umano e le sue (presunte) implicazioni. Io ho migliaia di giornali, ho visto milioni di servizi in televisione, ho visto centinaia di copertine di riviste, eravamo bombardati dalle possibili miracolose implicazioni del Progetto Genoma: mentre le banche raccoglievano denaro! Poi, l'oblio! Perchè?
E quindi l'altro “buco”, quello relativo alle mega-cifre pagate, in tutto il mondo, per le concessioni per i telefonini così detti di terza generazione.




"Sul margine estremo della scienza cellulare sta emergendo il riconoscimento che l'ambiente e, più specificatamente, la nostra percezione dell'ambiente controlla direttamente il nostro comportamento e l'attività dei geni ".




DA UN ARTICOLO. IL PROGETTO GENOMA UMANO: lo scherzo cosmico che fa "rotolare" gli scienziati nei corridoi.

In tutto il trambusto sulla sequenza del codice genetico umano, assorbiti dalla brillante impresa tecnologica, non abbiamo guardato attentamente al vero significato dei risultati. Una delle credenze centrali più importanti e fondamentali della biologia convenzionale è che i tratti e il carattere degli organismi sono controllati dai loro geni.[...] Prima che il Progetto Genoma Umano fosse iniziato, gli scienziati avevano stimato che la complessità umana necessitasse di un genoma superiore ai 100.000 geni. I geni sono principalmente modelli che racchiudono il codice della struttura chimica delle proteine, le "parti" molecolari che compongono la cellula. Si credeva che ci fosse un gene per codificare ognuna delle 70.000 o 90.000 proteine che compongono il nostro corpo. Oltre ai geni che codificano le proteine, la cellula contiene geni che determinano il carattere di un organismo controllando l'attività di altri geni. I geni che programmano il funzionamento di altri geni si chiamano geni regolatori. I geni regolatori codificano informazioni sui complessi modelli fisici che realizzano anatomie specifiche, le quali rappresentano le strutture che distinguono ogni tipo di cellula (cellule muscolari da cellule ossee, per esempio) o di organismo (una scimmia da un essere umano). Inoltre, un sottogruppo di geni regolatori è associato al controllo di specifici modelli comportamentali. I geni regolatori  orchestrano l'attività di un numeroso gruppo di geni le cui azioni contribuiscono collettivamente all'espressione di tratti quali la consapevolezza, l'emozione l'intelligenza. Era stato stimato che ci fossero più di 30.000 geni regolatori nel genoma umano. Considerando il numero minimo di geni necessari per formare una essere umano, per cominciare occorrerebbero oltre 70.000 geni, ovvero uno per ognuna delle 70.000 proteine che si trovano in un corpo umano. Poi includeremo il numero di geni regolatori che necessitano per provvedere alla complessità di modelli espressi nella nostra anatomia, fisiologia e comportamento. Arrotondiamo il numero di geni umani a 100.000 tondi includendo un numero minimo di 30.000 geni regolatori. Pronti per lo scherzo cosmico? I risultati del Progetto Genoma rivelano che ci sono solo circa 34.000 geni nel genoma umano. Due terzi degli attesi geni non esistono! Come possiamo rendere conto della complessità di un essere umano geneticamente controllato quando non ci sono geni sufficienti nemmeno per codificare le proteine? Più umiliante per il dogma della nostra credenza nella determinazione genetica è che non c'è molta differenza del numero totale dei geni trovati negli esseri umani e quelli trovati negli organismi primitivi che popolano il pianeta.[...] Il corpo umano con più di 50 trilioni di cellule ha un genoma con solo 15.000 geni in più di un misero e microscopico verme (caenorhabditis: 18.000 geni) senza spina dorsale. Appare ovvio che la complessità degli organismi non è riflessa dalla complessità dei suoi geni. Ad esempio, si è recentemente scoperto che il genoma della mosca della frutta consiste 13.000 geni. Profondamente più complessa nella struttura e nel comportamento del microscopico verme, la mosca della frutta ha 5000 geni in meno! Il progetto genoma umano è stato uno sforzo complessivamente dedicato a decifrare il codice genetico umano. Si pensava che il completo modello genetico umano avrebbe dato tutte le necessarie informazioni alla scienza per curare tutte le malattie dell'umanità. Si credeva inoltre che la consapevolezza del meccanismo del codice genetico umano avrebbe permesso agli scienziati di creare un Mozart o un altro Einstein. Il fallimento dei risultati del genoma a conformarsi alle nostre aspettative rivela che le nostre aspettative di come funziona la biologia sono basate chiaramente su ipotesi o informazioni errate. La nostra credenza nel concetto di determinismo genetico è fondamentalmente errata! Non possiamo in vero affermare che il carattere delle nostre vite è la conseguenza della nostra programmazione genetica. I risultati del genoma ci portano a riconsiderare la domanda: da dove acquisiamo la nostra complessità biologica? In un commento sui sorprendenti risultati dello studio su genoma umano, David Baltimore, uno dei genetisti più importanti, vincitore del premio Nobel, affrontò la questione della complessità: "a meno che il genoma umano non contenga parecchi geni che risultino opachi ai nostri computer, è chiaro che non dobbiamo la nostra indubitabile maggior complessità rispetto ai vermi e alle piante a un maggior numero di geni. Capire cosa ci da questa complessità -il nostro enorme repertorio comportamentale, abilità a produrre azioni consce, notevole coordinazione fisica, variazioni precisamente modulate in risposta ai cambiamenti dell'ambiente esterno, l'apprendimento, la memoria... ho bisogno di continuare?- rimane una sfida per il futuro".(Nature 409:816, 2001). Gli scienziati hanno continuamente sostenuto che i nostri destini biologici sono scritti nei nostri geni. Davanti a quella credenza, l'universo ci prende in giro con uno scherzo cosmico: il controllo della nostra vita non è nei geni. Certamente la conseguenza più interessante dei risultati del progetto è che noi ora dobbiamo affrontare la "sfida del futuro" cui alludeva  David Baltimore . Che cosa controlla la nostra biologia, se non i nostri geni?
negli anni scorsi, l'enfasi della scienza e della stampa sul potere di geni ha oscurato il brillante lavoro di molti biologi che rivela una comprensione radicalmente diversa dell'espressione organismica. Sul margine estremo della scienza cellulare sta emergendo il riconoscimento che l'ambiente e, più specificatamente, la nostra percezione dell'ambiente controlla direttamente il nostro comportamento e l'attività dei geni.
Sono stati recentemente identificati i meccanismi molecolari per cui gli animali, dalle singole cellule sino agli esseri umani, rispondono agli stimoli dell'ambiente ed attivano le risposte fisiologiche ed i comportamenti appropriati. Le cellule utilizzano questi meccanismi per adattare dinamicamente la loro struttura e funzione per adeguarsi alle richieste dell'ambiente in continuo mutamento. Il processo di adattamento è mediato dalla membrana cellulare (la pelle della cellula), che equivale al cervello della cellula. Le membrane cellulari riconoscono i segnali dell'ambiente attraverso proteine-recettori. I recettori riconoscono segnali sia fisici (ad esempio sostanze chimiche, gli ioni) che energetici (ad esempio forze elettromagnetiche e scalari).
I segnali dell'ambiente attivano le proteine recettori, facendole agganciare a proteine reagenti. Le proteine reagenti sono "interlocutori" che controllano il comportamento della cellula. Proteine recettori e reagenti danno alla cellula la consapevolezza attraverso la sensazione fisica. In senso stretto, questi complessi proteici della membrana rappresentano unità molecolari di percezione. Queste molecole di percezione della membrana controllano anche la trascrizione dei geni (l'accendersi o spegnersi dei programmi genetici) e sono state recentemente associate a mutazioni di adattamento (alterazioni genetiche che riscrivono il codice del Dna in risposta allo stress).
La membrana cellulare è l'omologo (equivalente) strutturale e funzionale di un chip del computer, mentre il nucleo rappresenta un leggi-e-scrivi hard disk  caricato con programmi genetici. L'evoluzione degli organismi, risultante da un sempre maggiore numero di unità percettive della membrana, potrebbe essere riprodotta usando la geometria frattale. I modelli frattali ripetuti permettono un controllo incrociato di struttura e funzione fra tre livelli di organizzazione biologica: la cellula, l'organismo multicellulare, e l'evoluzione sociale. Attraverso la matematica frattale possiamo ottenere una preziosa conoscenza del passato e del futuro dell'evoluzione. L'ambiente, attraverso l'atto della percezione, controlla il comportamento, l'attività genetica, e persino la riscrittura del codice genetico. Le cellule imparano (si evolvono) creando nuove proteine percettive in risposta alle nuove esperienze ambientali. Le percezioni apprese, specialmente quelle derivate da esperienze indirette (ad esempio genitori, coetanei, educazione accademica), potrebbero essere basate su informazioni scorrette o errata interpretazione.
Poiché potrebbero essere o non essere vere, le percezioni sono in realtà... credenze!
La nostra nuova conoscenza scientifica sta ritornando all'antica consapevolezza del potere della credenza. Le credenze sono indubbiamente potenti -siano esse vere o false. Mentre abbiamo sempre sentito del potere del pensiero positivo, il problema è che il pensiero negativo è altrettanto potente, ma nella direzione "opposta". I problemi che si incontrano con la salute nel corso della nostra vita sono generalmente connessi alle errate percezioni  acquisite nelle nostre esperienze conoscitive. La meravigliosa parte della storia è che le percezioni possono essere reimparate. Possiamo rimodellare le nostre vite nel riaddestrare la nostra consapevolezza. Questa è un riflesso della saggezza senza tempo che c'è stata tramandata ed è ora riconosciuta nella biologia cellulare. Una comprensione dei nuovi meccanismi che descrivono il controllo cellulare causerà uno spostamento profondo nelle credenze biologiche quanto la rivoluzione quantistica ne ha causato nella fisica. La forza del nuovo emergente modello biologico è che unisce le filosofie di base della medicina convenzionale, della medicina complementare e della guarigione spirituale.





Naturalmente il PGU mi ha coinvolto molto da vicino. Quando studiavo le nuove tecnologie, in Italia vi erano solo una decina di nodi Internet istituzionali e si trattava del Parlamento qualche università e il partito radicale, e ancora nessuno ne parlava e nessuno sapeva, mi ero già accorto del valore dirompente della nuova tecnologia informatica. Si parla di circa 12 anni fa, anche 13 o 14, nei computer vi era ancora il sistema operativo MS-Dos... e io già mi ero detto: <<questa cosa ha il potere di autodistruggere il sistema economico occidentale, e forse farò in tempo a vederlo con i miei occhi!>>. Non ti dico tutto questo perché mi voglio vantare di essere un fantomatico veggente, ma per farti capire come la mia malattia mi costringesse ad ancorarmi all'ambiente: in quel periodo ero ancora soffocato dai miei legami familiari e gettare l'ancora al di là di questa rete era l'unico sistema che ho trovato per potermi salvare, ho fatto come Truman nel film The Truman Show, mi sono tuffato in mare aperto.
E come Ulisse ho conosciuto nuovi mondi. Ma sotto un certo punto di vista mi sono potuto ritenere più fortunato di tanti altri miei contemporanei, perché nel conoscere nuovi mondi la malattia non mi faceva perdere di vista la consapevolezza che questi mondi appartenevano ad un unico universo, il mio. Ero costretto!
Così, a differenza di molti miei contemporanei che si sono ben presto arenati, io mi sono perduto in questo mare di mondi diversi, un po' come la storia del piccolo principe: ho conosciuto il mondo dell'informatico, del medico, dello psicologo, del filosofo, dell'automobilista, del povero, del ricco, dello stupido, dell'intelligente, del muratore, dell'attore, del regista, del produttore, del ballerino, del professore, dell'amante, del terribile amante, dell'irresistibile amante, dello spacciatore, del drogato, dell'ubriacone, dell'invidiato, del geloso, dell'Ingegnere....  e ogni volta la malattia mi costringeva a ritornare nessuno. Ero costretto!
Ho studiato il traffico mondiale di droga e conoscevo alla perfezione il nome di tutte le famiglie napoletane, siciliane, newyorkesi, della Columbia, del Venezuela, del Messico, degli Stati Uniti. Sapevo come operava la Yacuzza in Giappone, degli interessi italiani in Russia, degli interessi russi in Francia, era l'epoca della nascita della nuova Russia. Sapevo quale era il giro d'affari di ogni singolo Stato nella droga. E conoscevo il filo che legava il Vaticano a Sindona e i due alla mafia siciliana e ai padrini di NY. E da lì è stato facile arrivare fino ai rapporti della mafia con Dell'Utri, il braccio destro di Berlusconi; ho studiato il processo di formazione del patrimonio personale di Berlusconi, e della costituzione misteriosa della Fininvest. I miei interessi sull'argomento si sono interrotti quando mi sono accorto, dopo tutto questo studiare, che nessuno Stato può fare a meno, come del resto nessuna azienda, dei soldi sporchi, in nero. Credo di essere stato l'unico a capire, che la strategia di mani pulite e quella della lotta alla mafia erano una cosa sola, un'unica strategia ben coordinata, ma dovevano sembrare due cose distinte. Dopo la terribile morte di Giuseppe Falcone, nei soli due mesi che da allora trascorsero fino alla barbara morte del suo compagno di lavoro Borsellino, quest'ultimo fece una sola cosa importante: convocò a casa sua una coppia di giornalisti francesi e tenne un'intervista esclusivamente sui rapporti tra il giardiniere, boss mafioso, di Berlusconi e il suo braccio destro Antonio Dell'Utri allora direttore di Publitalia, società della Fininvest di centrale importanza.
Ho conosciuto il mondo dei disabili, dal film Rain Man in poi ho visto l'handicappato invadere letteralmente i mass-media in pochi anni; conosco la sensibilità dei vari paesi europei al problema, la sensibilità degli Stati Uniti, e dei maggiori paesi del resto del mondo. Ho visto crescere il settore non-profit in Italia, era chiamato il mondo dell'associazionismo prima, ho visto nascere le prime ONLUS, conosco il suo peso nel nostro paese e nei singoli paesi europei, e la forza che ha negli Stati Uniti. Ho visto crescere di numero, anno dopo anno, le "pubblicità sociali" in televisione.
E la malattia ogni volta mi costringeva a ritornare nessuno. Ero costretto!
E io studiavo anche quando stavo con le ragazze, quando stavo con gli amici, e quando facevo quei stupendi viaggi per andare a trovare l'amata in giro per l'Europa, anche lì studiavo-decodificavo: ero costretto!
E studiavo quando incontravo i medici, e studiavo l'effetto delle medicine, e studiavo: ero costretto!
E ognuna di queste esperienze era una chiave che mi permetteva di aprire milioni di altre porte: aver studiato il traffico della droga mi permetteva di capire i rapporti diplomatici tra l'Italia è paesi del sud America, i rapporti che instaurava Berlusconi con Putin piuttosto che con Hasnar (sai, i russi hanno comprato mezza Sud Spagna). La sensibilità di un paese rispetto al problema dell'handicap è un passepartout per nuove informazioni su di esso. E i legami e gli intrecci sono sempre più profondi, e così si riesce a capire il flusso del denaro attraverso le banche, e il riciclaggio, e così via. Studiando. MA io ero costretto!
Era tre anni fa quando il dibattito sul genoma umano, ma è meglio dire, la promozione del Progetto Genoma Umano, era più accesa. La mia salute stava migliorando, e potevo assaporare i miglioramenti giorno dopo giorno. Mi stavo accorgendo che stavo cambiando giorno dopo giorno, le cellule del mio corpo stavano cambiando, il mio modo di ragionare, i miei pensieri e le mie emozioni. Stavo cambiando il mio destino, il mio DNA. Allora tutti quegli articoli sul genoma umano, tutte quelle prime pagine di copertine, tutti quei servizi alla televisione, al telegiornale, non facevano altro che confermarmi quello che una dozzina di anni prima avevo intuito: il sistema si sta distruggendo! Io ero la prova vivente che quelle erano tutte cazzate.



 Per modo di dire, perché purtroppo erano cose serie: quelle bugie, quella truffa, stava attirando a sé migliaia di migliaia di miliardi (Solo i finanziamenti Statali al progetto sono stati di 400 000 000 000 000 quattrocentomila miliardi di vecchie lire). Gli indici di borsa raggiungevano record su record: aziende che promettevano la cura di qualsiasi malattia si mettevano in tasca miliardi, e ora dove sono?
Il sistema come farà a recuperare tutti quegli investimenti mancati? tutti quei guadagni mancati? Su chi si rivalranno le banche?
Questo è stato un grande colpo per l'economia, ma soprattutto è stato un grande colpo per l'intero sistema. È spaventoso, mette veramente paura il silenzio su questo tipo di argomenti rispetto al martellamento che vi è stato. Questo è stato il primo vero grande shock subito dalle forze del male, la prima sconfitta, la prima apocalisse: la prima rivelazione.
Io comunque ho notato, a partire dalla fine dello scorso anno, che la copertine dei riviste scientifiche, oltre a non affrontare più argomenti di tratto marcatamente positivista, trattano molto più spesso argomenti di spiritualità, psicologia, buddismo e meditazione, cibo, si sono di colpo buttati più su un approccio di tipo olistico. Non è solo un'impressione. Proprio tutti storditi!
È stato veramente lo scherzo cosmico che fa "rotolare" gli scienziati (e per ora solo loro perchè sono gli unici che ne possono valutare la portata) nei corridoi.


LO SCIENZIATO
Ha tradito, lo scienziato.
perchè il potere ormai
ha ucciso la Speranza.

Ha capito già tutto lo scienziato
e per questo il potere lo ha fatto suo alleato.
Ma si affanna per la Verità

e quando l'avrà trovata
egli ci renderà Liberi.
Così Dedalo si sarà riscattato!

Kb


Ma quello che a me interessa qui sottolineare è come il male stia lavorando per il bene, come Shiva abbia generato Ganesha: da ora il resto del sistema lavorerà senza uno dei suoi più importanti alleati. Da ora in avanti il male sarà rappresentato da un grande uccello rapace ma senza più una delle sue ali. Il bello è che in tutto questo mare di non consapevolezza nessuno se ne è accorto: le forze del male non si sono accorte che non hanno più la cavalleria, e dall'altra parte le forze del bene non si sembrano esser accorte della più marcata debolezza delle forze del male. O magari la cavalleria delle forze del male è semplicemente passata dall'altra parte? Sicuramente prima o poi accadrà (Stiamo assistendo al cambio di paradigma. Vedi Thomas S. Kuhn).

<<...quella notte sudando freddo torna alla sua capanna e racconta a sua moglie la storia più selvaggia che abbiate mai sentito. Tutto d'un fiato le racconta come eroicamente è riuscito a superare d'astuzia la bestia. E in quella beatitudine fanno l'amore. Nella grande gioia del fare l'amore egli dà al grembo della sua amata un seme completamente nuovo, e quel seme, il suo sperma, contiene codificata in sé l'esaltazione di quella giornata. Ed ora una bambino comincia a crescere in lei. Quel bambino sarà un'evoluzione dei suoi genitori basata sull'esperienza dei genitori.>>


Quindi il vecchio sistema si è sensibilmente indebolito, il nuovo ora ha più probabilità di nascere, di uscire allo scoperto. Ma in questo momento mi interessa soprattutto sottolineare l'aspetto contabile: le banche e le istituzioni finanziarie, a causa di questo "buco" o big bubble come la chiamano gli americani, hanno dovuto rivedere i conti, aggiustare bilanci, riprogrammarsi, ripensarsi. In queste occasioni sono i rami più deboli a essere tagliati, il sistema deve resistere e tentare di rigenerarsi. Ma la storia non finì li... .
Ci fu un altro buco nelle finanze mondiali. In questo grande affluire di risorse verso il settore delle telecomunicazioni, si è creato un altro enorme buco, o flop:  si fecero aste in tutto il mondo per la telefonia mobile di terza generazione, le aste si erano gonfiate a dismisura e le previsioni di investimento delle banche si mostrarono errate. Si persero migliaia di miliardi, e queste perdite, che colpirono un po' di più l'Europa, sommate alle perdite per il progetto genoma umano, che colpirono un po' tutto il mondo ma un poco di più gli Stati Uniti, hanno determinato l'accelerarsi di una crisi economica mondiale. Ma non è ancora tutto qui: dall' 11 settembre 2001 in poi si ebbe un incremento medio del prezzo del petrolio del 25%!!! [è ovvio e urgente, a questo punto, un tacito accordo delle principali istituzioni economiche mondiali (vediG8) per manovrare le leve economiche (vedi tassi: inflazione & interessi) affinchè la barca possa sembrare ancora galleggiare (fanno parte di questo tipo di provvedimenti, ad esempio: la depenalizzazione del falso in bilancio, ed i vari decreti “spalma debiti” a favore del calcio, posti in essere dal governo italiano). Si è venuta così formando una doppia economia: una virtuale-ufficiale (es. inflazione al 2,5%) e l'altra reale con aumenti dei prezzi anche del 75% è con punte del 300%: si calcola comunque che l'inflazione “reale” sia arrivata al 30%; e sembra ragionevole visto un aumento di pari importo del prezzo del petrolio. Ma il vero fenomeno “naturale” al quale stiamo assistendo è una sconfitta del sistema capitalistico occidentale: sconfitto da se stesso! Tassi di interesse così bassi favoriscono la raccolta di denaro per l'investimento: ma non si sta investendo nei confini dell'Europa o degli Stati Uniti, ma in Cina, in Thailandia, in Russia, e così via dicendo. Si raccoglie denaro in Italia e si apre una fabbrica in Cina. Noi italiani stiamo perdendo una guerra, solo perché alla fine abbiamo scelto di essere solamente consumatori. Non siamo più capaci di creare, il nostro lavoro è consumare: mentre i cinesi stanno creando un sistema, il loro, noi non riusciamo a vedere altro. [E qui mi fermo per poi riprendere.]




































Lo slogan del G8 era: “un altro mondo è possibile”.
L'indomani mattina della morte di Giuliani, mentre il corteo a Genova si stava riformando, in un pullman che stava raggiungendo il punto di ritrovo alla radio si stava ascoltando Berlusconi che arringava: “ [questo fenomeno, non combatte contro i potenti a favore dei paesi più poveri] ma combatte l'Occidente e la libera iniziativa e il libero mercato che dopo la caduta dell'impero sovietico rimane ed è l'unico sistema capace di produrre ricchezza!”.

















Uesugi Kenshin disse: <<Non ho mai pensato a vincere, ho solo capito che bisognava essere sempre all'altezza della situazione, e questo è ciò che conta. È imbarazzante che un samurai non lo sia. Se fossimo sempre all'altezza della situazione, non ci sentiremo mai a disagio>>.