Meditazione della Macchina Gialla


Meditazione della macchina gialla: in un attimo

"La società non ha paura di chi impazzisce ma di chi prende coscienza del motivo per cui si impazzisce"

F.M. Dostoevskij


Immagina che tu stia guidando la tua macchina lungo la costa amalfitana e stai andando da Napoli a Salerno. Immagina che, e sottolineo che si tratta di pura immaginazione, da Salerno a Napoli sta percorrendo la medesima strada una macchina gialla con all'interno la famiglia Brambilla. Tu hai una dannata fretta perché sei in ritardo ad un'importante appuntamento di lavoro, e la strada è deserta perché siamo in inverno, quindi la tua andatura di guida è abbastanza sostenuta anche se non sei nervoso, ma concentrato.

CASO A (CASO NORMALE): ad un certo punto del tragitto, mentre stai effettivamente un po' esagerando con l'acceleratore, stringi un po' più la curva e... TI TROVI LA MACCHINA GIALLA DI FRONTE: sterzi di colpo per allargare la curva, intanto hai il cuore che ti batte in gola, riallinei la macchina con difficoltà e sospiri per lo scampato pericolo ma, soprattutto, impari una lezione: guidare con più prudenza (e magari ti nasce anche qualche senso di colpa perché sei stato troppo imprudente).
Naturalmente quella che hai incontrato era la macchina gialla della famiglia Brambilla e l'hai incontrata perché era partita da Salerno qualche tempo prima, e loro venendo da sud e tu da nord vi siete incontrati in quella curva: tutto normale.


CASO B (La nuova realtà): ad un certo punto del tragitto mentre stai effettivamente un po' esagerando con l'acceleratore stringi un po' di più la curva e, mentre in quell'attimo sei consapevole di stare pensando al fatto che l'affare importante, per una qualsiasi ragione, potrebbe non andare in porto... LA MACCHINA GIALLA TI APPARE DI FRONTE: sterzi di colpo per allargare la curva, non hai il cuore che ti batte in gola, riallinei la macchina con difficoltà e non sospiri per lo scampato pericolo e soprattutto impari due lezioni: guidare con prudenza (senza alcun senso di colpa), e smettere di farti delle fantasie negative sull'affare: dettate dalla paura e insicurezza... ti senti protetto, e più sicuro di te, dalla stessa entità che ha fatto apparire la macchina.
"Naturalmente" per quanto tu ne sappia è più probabile che la macchina sia apparsa in quanto che, per sapere chi la occupa e da dove vengono dovresti fare delle indagini mostruose... quindi tra il supporre chi sono e da dove vengono, è meglio essere certi che è comparsa, perché in fondo, è questo che è realmente accaduto a te (primo oggetto di meditazione).

La macchina gialla appare proprio nell'attimo (vivere l'attimo) in cui tu hai quel pensiero/emozione e ne sei consapevole; quindi per il fatto che ne sei consapevole: vivi l'attimo a pieno e non hai più nessuna paura ma anzi ricavi da questa esperienza, che dura un attimo, degli insegnamenti che ti danno ENERGIA. La paura e il pericolo nascono dal fatto che tu ti sei "perso" l'attimo e allora da quello spazio mancante (black-out) nasce un vuoto del quale avere paura con tutti gli atteggiamenti negativi/difensivi che esso comporta: come la scarica adrenalinica.
Ma perché "siamo portati" a ragionare solo in termini logici-lineari, razionali, di causa-effetto?
voglio riuscire a dimostrarti che il pensiero razionale del tipo che "noi" conosciamo è di tipo "difensivo": cioè è il modo di porre in atto, da parte dell'uomo moderno, un annullamento dell'effetto tramite la causa; si tratta cioè dell'azione di uno strumento di tipo immunitario in quanto agisce in presenza di un presunto pericolo e atto a negare la presenza dello Spirito (di Dio): in quanto lo Spirito dimora nel caos, e si manifesta nel significato.
Vorrei riuscire a dimostrare anche che questo tipo di atteggiamento patologico deriva da un mancato equilibrio nell'uso delle tre distinte porzioni di cervello: ISTINTUALE (rettili), EMOZIONALE (paleomammiferi) e RAZIONALE (umano). Per motivi che sono dovuti ad un fenomeno di "cristallizzazione" della paura che risiede, ha origine, dalla divisione mentre-corpo e quindi di un rapporto malsano con il corpo. Tutto questo ha origini ancestrali, in quanto io credo che questa sia la ragione per la quale la parte razionale/corticale del cervello si sia sviluppata proprio grazie a meccanismi di difesa/paura.
Ed è quindi compito di ogni uomo "risalire alla fonte".
Di fronte ad un'azione di pericolo, nel caso A, la mente riceve un impulso dal corpo che aspetta una risposta appagante, mentre il corpo ottiene da questa solamente la "negazione dell'impulso" che è frustrante per il medesimo. Pericolo! si reagisce al pericolo sterzando, poi il corpo chiede alla mente il motivo di quel pericolo: e il motivo di un pericolo dovrebbe essere sempre di tipo propositivo per mantenere un sano rapporto tra mente e corpo, cioè il corpo non si accontenta di sapere che il pericolo è nato da una casualità (o causa oggettiva), cioè siccome io ho stretto la curva senza nessun apparente motivo e dall'altra parte passava una macchina senza alcun apparente motivo cioè per una coincidenza; negando un sano fluire all'interno del corpo dell'energia perché si viene a formare un corto circuito dovuto a una mancanza di informazione completa o addirittura di una informazione di tipo contraddittorio, paradossale o comunque negativo e non propositivo: ci si paralizza in quanto si nega ogni relazione tra il soggetto e la macchina gialla. Si è scaricata adrenalina senza saperne il significato. Praticamente si bypassano il cervello istintuale ed emozionale: quel cervello istintuale che si è sviluppato ed evoluto all'epoca dell'uomo primitivo dell'uomo cacciatore; si è strutturato con l'idea di un legame fra il pensiero e l'apparizione, ed oggi ne viene addirittura negata l'esistenza, ed è così che nasce la malattia mentale... ! La malattia mentale nasce da un disequilibrio funzionale di questi tre cervelli e l'esempio della meditazione sulla macchina gialla ci chiarisce la dinamica dell'incidente.
Riscoprire l'antica possibilità che le cose e le persone possano apparire ci dà la possibilità di stabilire una relazione tra noi e l'oggetto: una relazione che il nostro corpo rivendica. È il nostro corpo che conosce attraverso  l'epidermide e non solo, per esempio anche attraverso il respiro, una relazione di tipo "universale" tra noi e l'ambiente che ci circonda, mentre la nostra mente è concentrata costantemente nel riuscire a decodificare i sentimenti e le emozioni del nostro corpo e quindi "perde di vista" l'ambiente con il quale il nostro corpo e il nostro intero essere interagisce. Ho messo tra virgolette "perde di vista" perché è bene sottolineare che non è che sia la mente ad avere una vista ma è il corpo che, tra gli altri sensi, ha anche una vista; quando si fa l'errore di pensare che sia la nostra mente a vedere, e non il nostro corpo, è perché in noi vi è un conflitto tra la mente e il corpo, un vero e proprio conflitto: nel quale la mente cerca di conquistare delle vere e proprie porzioni di corpo. È il corpo che è capace di annusare, è il corpo che sente (infatti si usa lo stesso verbo sia per il sentire attraverso l'udito che attraverso tutti gli altri sensi del corpo). Il corpo sa, perché sente, che ci dovrebbe essere una relazione tra il soggetto, l'essere e la macchina gialla: una relazione che la mente gli sta negando, quindi si stabilisce un conflitto che paralizza entrambe. La mente ha paura di ammettere che la macchina gialla è apparsa perché questo implicherebbe la comparsa sulla scena di un "soggetto" capace di esercitare un potere supremo e quindi privarla della sicurezza derivata dal suo pseudo potere di controllo sulla corpo e quindi sull'ambiente (perché abbiamo detto che la relazione con l'ambiente è mantenuta dal corpo e quindi la mente che esercitava il suo potere sul corpo controllava - crede di - l'ambiente).
Quindi la comunicazione passa attraverso il midollo spinale nella zona limbica del cervello attraverso poi la zona del cervello che elabora le emozioni fino alla parte della corteccia cerebrale, la parte razionale del nostro cervello. Il corto circuito che si stabilisce tra la zona limbica del cervello e la zona che elabora razionalmente l'informazione va a inficiare il corretto funzionamento della zona che elabora le emozioni che si trova proprio nel mezzo. Quindi in qualche modo, in qualche strano modo, noi attori di una società opulenta, non più abituati al combattimento, o per meglio dire non ancora abituati a non combattere, mettiamo in atto una serie di comportamenti "razionali" tesi a mantenere una specie di status quo, che sottostanno ad una perversa relazione tra mente e corpo esaltata ed esasperata da una miriade di attività intellettuali e non.
Nell' esempio della macchina gialla, ciò che accade nel caso A, è una frustrazione psico-fisica dovuta ad una informazione non corretta e sensi di colpa per aver commesso un errore nella guida, oltre ai sensi di colpa per avere ingannato se stessi. Nell'esempio del caso B abbiamo una presa di coscienza di un pensiero negativo che ci avrebbe potuto disturbare, un confortante sentimento di protezione: sentiamo lo Spirito che ci protegge, ci si sente più protetti e meno soli (trinità). Nel caso A ci si sente più soli e disperatamente legati ad un dover controllare la situazione per una serie di pericoli che si possono solamente riassumere nella paura del caos o perdita di potere; nel caso B ci si sente protetti, si conosce un po' più se stessi e si affronterà con fiducia maggiore l'incontro di lavoro (e non vi è scarica adrenalinica). Solo perché in questo caso la mente ha rispettato il messaggio di pericolo arrivato dal corpo, è rimasta aperta all'eventualità che una forza maggiore potesse entrare in campo per correggere un suo pensiero negativo, cioè una debolezza della mente stessa, si è potuta correggere e quindi di conseguenza ha ringraziato il corpo per il messaggio da questo ricevuto che si è trasformato da messaggio di pericolo a messaggio di avvertimento, propositivo; cioè il corpo ha collaborato insieme alla mente per modificare un atteggiamento negativo che la mente aveva assunto. Quindi il corpo si sente più partecipe ed è stimolato a comportarsi propositivamente.

Quindi non più la ricerca della causa per "annullare" l'effetto ma il SIGNIFICATO dell'effetto.
Poiché la causa è sempre un'interrelazione tra il soggetto e lo Spirito, tra te e l'ambiente: contingente e mai uguale (il numero 4), ma con tutte le infinite sfumature dell'emozione. E... per avventurarsi nel (apparente) caos ci vuole CORAGGIO (= amore)!
Quindi l'evoluzione intesa nel senso "darwiniano riduttivo" è dettata dalla sopravvivenza: PAURA.
Ma chi ha paura, in natura, perisce.


"Io non mi evolvo. Io sono"
PABLO PICASSO


Nell'esempio della macchina gialla è come se si fossero chiusi gli occhi di fronte al pericolo, un atteggiamento infantile/vittimistico. Non ci si è aperti all'Ignoto, abbiamo avuto paura perché lo spirito era lì a indicarci dove stavamo sbagliando e noi, che ci siamo aggrappati, da "una vita" almeno, alla legge causa-effetto, abbiamo rinnegato Dio, gli abbiamo detto: "non è vero che sei tu, e se sei tu non sei onnipotente e onnipresente perché io ho trovato, con la legge della causa-effetto, il modo di sconfiggerti".
Ma abbiamo e stiamo solo ingannando noi stessi e l'intera umanità. E la paura è sempre quella: la paura di perdere il potere che in definitiva non vale niente. È un potere logoro, stanco di esistere, che anche lui ora spera in un'altra via...
In questo mondo, Aldo, le cose compaiono e scompaiono, e se non ci vuoi credere, se non riesci ad entrare nell'ottica: ti perdi metà della realtà e fai come gli ebrei, ti isoli nel ghetto mentre la terra promessa è ovunque. Non esistono le coincidenze ma solo attimi magici e i loro significati: che guariscono!
Io in questi cinque anni tra le 1000 cose che ho imparato, ho imparato ad usare tutta la parte più profonda del mio cervello, ho riaggiustato la mia spina dorsale (vedi midollo); e mi sono aiutato in questo con la parte limbica del mio cervello, quella delle emozioni, la più martoriata. Mentre la mia parte razionale imparava la lezione.

Una seconda meditazione potrebbe essere quella sui primi uomini CACCIATORI:
La freccia..., il vento..., ...la preda che appariva e che scompariva, i pensieri nel silenzio... e nell'attenzione, le preghiere. E L'ASSOLUTA MANCANZA DI RAZIONALITÀ; mentre nasceva la legge causa-effetto: "vedi come fa il cacciatore bravo...? Quando il vento è così ...si sposta cosà, quando fa così succede questo... "
E LA STORIA È CONTINUATA FINO A OGGI.

"IF U DON'T FEEL IT, U DON'T GET IT"
(se non lo senti, non lo avrai)

Naturalmente qui si apre tutta la problematica su come fare a cogliere i propri pensieri nell'attimo in cui accade qualcosa ED È DIFFICILE, e la cosa più difficile del mondo. Gli orientali hanno costruito religioni come il buddhismo zen per riuscirci... Beh io sto cercando di costruire un sistema ibrido che usufruisce anche degli strumenti posti a disposizione dalla nuova civiltà tecnologica occidentale. Sarà il cuore dei nostri incontri: ma dovrò arrivarci con un movimento a spirale come questo che stiamo attuando.
In definitiva si può dire che l'esempio della macchina gialla riprende quello che C.G Jung aveva interrotto, accennando solamente alla sincronicità. Io sono convinto che Jung non ha potuto affrontare questo tema in quanto i tempi non erano maturi. Sicuramente avrebbe rischiato di compromettere il suo lavoro: ma io non ho niente da perdere. Lungo la strada verso l'individualizzazione vi è disteso un tappeto rosso, è il sentiero del nostro destino, e quel tappeto rosso è stato disteso lì dallo Spirito, che gioca con noi a nascondino, sì. Perché la nostra, quella di tutti, è un'avventura mitica alla quale tutto l'universo partecipa e brama per parteciparvi!

E nel libro dei proverbi e scritto: la saggezza divina creò il mondo giocando al cospetto del trono di Dio.

Quando ieri lessi questa frase mi esaltai, ma fu un'esaltazione non positiva, un'esaltazione che era appena sfociata in.... E IL COMPUTER FECE UNA SPECIE DI SCOPPIO E SI SPENSE IN UNA FRAZIONE DI SECONDO proprio mentre stavo scrivendo e... d'improvviso il buio e il silenzio: CHE PAURA!!!!

... naturalmente niente si era rotto.



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